Prove non distruttive su cemento armato


Il progressivo deperimento delle strutture in cemento armato costruite negli anni 50 e 60 necessita oggi di approfondite campagne di manutenzione e monitoraggio che da un lato garantiscano la perfetta affidabilità e resistenza dello stabile e dall’altro ne consentano la conservazione evitando lo smantellamento con inevitabili costi di ricostruzione.

Le prove distruttive sono state per molti anni l’unica metodologia utilizzata per verificare lo stato di usura e decadimento delle strutture in cemento armato. Purtroppo tecniche come i carotaggi, pur avendo un alto margine di affidabilità, hanno anche un alto grado di invasività e sovente provocano un indebolimento generale dell’area sottoposta a controllo.

Il DM 14.01.2008 (NTC 2008) e la successiva circolare esplicativa n. 617/2009 definiscono la misura del rilievo dei dettagli costruttivi e le prove da eseguire sugli edifici in c.a. e muratura per la determinazione delle caratteristiche meccaniche dei materiali.

In tale contesto si inseriscono proprio le prove non distruttive, che non arrecando alcun danno alla struttura consentono di aumentare i “livelli di conoscenza” stimando resistenza, qualità e omogeneità del calcestruzzo e degli apparati murari, nonché posizione e diametro delle barre d’armatura, e diventando fondamentali in previsione di un progetto di miglioramento o adeguamento sismico, o in seguito a mutata destinazione d’uso. La Circolare 617 esplica che “Ai fini delle prove sui materiali è consentito sostituire alcune prove distruttive, non più del 50%, con un più ampio numero, almeno il triplo, di prove non distruttive, singole o combinate, tarate su quelle distruttive”;

E’ pertanto possibile avvalersi delle prove non distruttive affiancandole o in alcuni casi in alternativa alle prove distruttive. Di seguito vi elenchiamo le metodologie che vengono impiegate nella nostra azienda: